No Ordinary Mum – di Stefania Russo

Li culli nel tuo grembo per nove mesi, tre dei quali li passi vomitando anche le quattro gocce di acqua naturale minimamente mineralizzata delle sorgenti di alta quota che ti concedi ogni giorno. Dopo arrivano il reflusso, l’acidità di stomaco, la sciatica, le emorroidi. Partorisci con dolore nel giorno più caldo dell’estate più torrida degli ultimi 150 anni, mentre il Centro Epson Meteo è intento a registrare lo stesso tasso di umidità di una sauna Svedese sovraffollata.
Ti dicono che devi allattare, così ti fai venire gli ingorghi, la mastite, le ragadi, le stimmate e lo allatti.
Ti dicono che devi fare bed sharing, così ti rassegni a dormire con una costola incrinata sotto 7 kg e mezzo di orsetto lavatore e fai bed sharing.
Ti dicono che devi fargli le pappine homemade, così spendi millecentoesticazzi euri di Bimby, ti metti a coltivare cavolo cappuccio e pastinaca nel giardino di casa e produci omogeneizzati da agricoltura biologica a km zero in serie per poi fare richiesta all’Associazione Nazionale per l’adesione al Presidio Slow Food.
Ti dicono che devi evitare il PVC made in Bangladesh così ti munisci di travi di Okoumè e colori atossici all natural e gli costruisci learning towers progettate da Renzo Piano.
Ti dicono che devi favorire lo sviluppo della sua creatività così lo metti seduto al tavolo, gli dai in mano una piscina olimpionica di farina 00 e ti rendi conto che se pigliavi la tua cucina, la infilavi in un Cuki Gelo e facevi shake shake come con il Pandoro Motta e lo zucchero a velo vanigliato a Natale ne uscivi meglio.
Ti dicono che devi insegnargli le lingue così gli leggi Alice in Wonderland, gli fai vedere Titeuf con i sottotitoli in sovraimpressione e gli canti Oh maria salvador, te quiero mi amor.
Ti dicono che la sua pelle è delicata, così fabbrichi organic soap diy e con il Johnson’s Baby avanzato ti fai gli impacchi alle verruche dell’alluce valgo.
Ti dicono che anche se è solo il suo primo anno, e ancora non sa distinguere un ananas da una pustola, devi fargli il big party, così chiami il cake designer e ti fai preparare una torta 18×43 mq con la riproduzione di un velociraptor, tre cascate, Lady Gaga e il Taj Mahal. Ingaggi Justin Bieber, Cristina D’Avena, Mickey Mouse e perfino quella stronza di Peppa Pig con Rebecca Coniglio. Affitti l’Arena di Verona e inviti i parenti, gli amichetti e i parenti degli amichetti che ormai Vasco Rossi quando fa la data di San Siro te sembra un principiante allo sbaraglio.
Ti docci con lui, ti cambi i Lines Seta Ultra con lui, evacui con lui.
Respiri con lui e se dorme, trattieni il fiato, non sia mai che si svegli.
Passi le tue giornate seduta sul punto più freddo del travertino del pavimento di casa perché è proprio lì che vuole che tu stia mentre, con un naso finto da clown e un paio di boxer scoloriti del marito infilati in testa, fai la conta dei fottutissimi elefanti che fottutissimamente si dondolavano su quel fottutissimo filo della ragnatela, perché lui lo trova divertente.

Ma stai sicura che, in qualsiasi momento della tua vita, chiunque ti incontrerà sul suo cammino, pure fosse il cazzutissimo giorno di carnevale e tuo figlio indossasse una muta da astronauta con casco integrale, di qualunque sesso, ceto sociale, razza e religione egli sia, esclamerà, entusiasta:
– Ma che bel bambino! E’ tutto suo padre! –

Ma li mortacci.

No Ordinary Mum – di Stefania Russo

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