La favola della volpe e della cicogna

La volpe e la cicogna è una favola di Esopo, ma anche Fedro ne ha scritta una simile. Come già avvenuto per la favola La volpe e l’uva, anche da questa ne deriva un famoso proverbio che è “Chi la fa, l’aspetti“.

 

Testo (Esopo):
La volpe e la cicogna erano buone amiche. Un tempo si vedevano spesso, e un giorno la volpe invitò a pranzo la cicogna; per farle uno scherzo, le servì della minestra in una scodella poco profonda: la volpe leccava facilmente, ma la cicogna riusciva soltanto a bagnare la punta del lungo becco e dopo pranzo era più affamata di prima.

 

– Mi dispiace – disse la volpe – La minestra non è di tuo gradimento?
– Oh, non ti preoccupare: spero anzi che vorrai restituirmi la visita e che verrai presto a pranzo da me – rispose la cicogna.
Così fu stabilito il giorno in cui la volpe sarebbe andata a trovare la cicogna.
Sedettero a tavola, mai i cibi erano preparati in vasi dal collo lungo e stretto nei quali la volpe non riusciva ad infilare il muso: tutto ciò che poté fare fu leccare l’esterno del vaso, mentre la cicogna tuffava il becco nel brodo e ne tirava fuori saporitissime rane.
– Non ti piace, cara, ciò che ho preparato?
Fu così che la volpe burlona fu a sua volta presa in giro dalla cicogna.

Testo (Fedro):
Una volpe e una cicogna – si racconta – si invitarono a cena vicendevolmente. La volpe, prima a invitare, preparò in un vassoio una brodaglia dal profumo molto appetitoso. La cicogna, pur essendo affamata, in nessun modo riuscì a mangiare, a causa del suo lungo becco, e si mangiò tutto la volpe. Questa, avendo ricambiato l’invito, mise davanti alla volpe una bottiglia piena di cibo sminuzzato, di cui si saziò dopo avervi ficcato il becco facendo soffrire la fame all’invitata. E mentre questa cercava invano di infilare la sua bocca nel lungo collo della bottiglia, sappiamo che l’uccello migratore le abbia detto: «E sopporta in modo sereno visto che mi hai dato tu l’esempio».

Testo (per bambini):
C’era una volta una volpe che, fatta amicizia con una cicogna,
decise di invitarla a pranzo.
Mentre preparava un raffinato brodino non resistette alla
tentazione di farle uno scherzo: “Si accomodi, signora cicogna,
le ho preparato un brodino speciale di rane e prezzemolo!
“Grazie, Grazie” rispose contenta la cicogna,
annusando l’invitante profumo,
ma di colpo si rese conto dello scherzo:
il suo lungo becco, per quanto si sforzasse,
non riusciva a bere dal piatto basso!
“Beva, Beva! Non le piace?
L’ho preparato apposta per lei” diceva la volpe con un risolino.
“Mi dispiace, ma mi è venuto improvvisamente
un terribile mal di testa che mi ha tolto l’appetito!
La volpe premurosa si affrettò a risponderle:
“Un così buon brodo, pazienza sarà per un’altra volta!”
“Ecco brava, la prossima volta sarà a casa mia,
la invito domani a pranzo!”
La volpe si presentò puntuale a casa della cicogna e
con l’acquolina in bocca accostò la lingua ad un vaso
dalla stretta imboccatura che conteneva una minestra di pesce.
Gli sforzi della volpe si rivelarono vani,
non riuscì ad assaggiare neanche un goccio di minestra.
La volpe beffata ritornò a casa a stomaco vuoto,
mentre una vocina dentro le diceva:
“Chi la fa, l’aspetti!”