Imparare ad essere un po’ menefreghista per vivere meglio! 

  • Quante volte durante la giornata ci siamo chieste “ma perché il mio capo mi sta rimproverando dopo tutto quello che sto facendo e ho fatto?”, “perché stanno parlando male di me?” , ” ma perché i miei colleghi, il mio partner, le mie amiche, mio figlio…… ” .  Tornare a pensare e a ripensare a quello che è successo e cercare di dare una motivazione sul “perché” è capitato proprio a me sta cosa e cercare in modo ossessivo la motivazione e la causa in noi per quello che sta succedendo si chiama Rimuginare.

Rimuginare è una parola che non si usa molto ma scommetto che tutti e proprio tutti, inconsciamente ne conoscono molto bene il significato…. Vorrei che leggeste questa storiella di cui avevo letto in un articolo e che per me è stata illuminante per capire come smettere di Rimuginare e vivere meglio:

I Due Monaci

Un giorno due monaci zen, Tanzan e Ekido, stavano camminando lungo una strada molto fangosa. Passando vicino a un villaggio, videro una giovane donna in difficoltà, che cercava di attraversare la strada senza sporcarsi il kimono di seta. Tanzan, senza esitare, la prese in braccio e la portò dall’altra parte della strada. I due monaci poi proseguirono in silenzio. Cinque ore dopo, in prossimità del tempio che li avrebbe ospitati, Ekido non fu più capace di trattenersi: “Perché hai portato quella ragazza al di là della strada?” chiese “si suppone che noi monaci non facciamo cose simili”. Tanzan con molta calma rispose: “Ho deposto la ragazza a terra ore fa, tu perché la stai ancora portando?”.

Wikipedia la definisce così:

RIMUGINARE ritornare ripetutamente e ossessivamente sempre su stessi determinati pensieri, senza una alcuna utile risoluzione

Detto ciò cosa si deve fare per smorzare questa maledetta vocina che suona nella nostra testa, togliendoci sorrisi, notti insonni cercando di ricercare una maledetta spiegazione???

Bhe, posso dirvi una cosa, che questa parolina “perché” è molto pericolosa. Infatti se i “perché” sono rivolti al futuro e ai nostri obiettivi generano in noi motivazione, ma se sono rivolti al passato e ai nostri problemi generano in noi frustrazione.

Semplice, non possiamo farci niente, dobbiamo semplicemente imparare ad accettare gli eventi passati e alla fine di una lunga giornata , intensa giornata per tutte noi donne, anziché continuare a restare ad ascoltare sta vocina che echeggia come un disco rotto nella nostra testa,  trovatevi una valvola di sfogo perché la vostra mente deve staccarsi completamente dalle vostre preoccupazioni che non vi fanno stare bene…anzi!!

Dedicate del tempo a voi stesse, alla vostra famiglia, ai vostri amici, non fatevi “rubare” il famoso tempo di cui non ne abbiamo mai abbastanza, arrovellandoci il cervello a cercare una risposta che non troveremo MAI!!! Gustiamoci il presente e chiediamoci “perché domani, perché non provo a, perché non andiamo…”. Pensiamo a quello che verrà, accettando che forse abbiamo sbagliato, forse siamo state fraintese….forse doveva andare così!
Non possiamo avere “la verità in tasca” per tutto… l’importante è esserne consapevoli e di sicuro possiamo stare solo che meglio.

Alcuni lo chiamano anche “menefreghismo”…io lo chiamo vivere meglio! 

E se tutto questo non bastasse, potete trascrivere questa frase della scrittrice Jodi Picoult da qualche parte in un posto che avrete sotto gli occhi tutti i giorni:

“le preoccupazioni sono come un tapis roulant: stancano, ma non portano da nessuna parte”

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