Nelle immagini del mio libro, hanno fotografato anche la morte.
L’ho guardata e ho subito pensato: perché? Perché la malvagità umana oltrepassa l’umanità? Perché l’uomo distrugge sé stesso?
Stamattina alla mia Prof. ho detto che non voglio più ascoltare il Telegiornale: troppo terrore, troppa angoscia.
Lei, non so perché, mi ha guardato con tenerezza senza dirmi nulla.
Sono tornato a casa, ero in cucina mentre mia madre preparava la cena e la televisione era aperta.
Senza accorgermi di nulla, il programma che stavo guardando si è interrotto: subito ho sentito un brivido.
Io e i miei compagni, stiamo imparando la vita, più dalla televisione e giornali, che non dai libri:
i libri non mi raccontano quello che vivo e che dovrò vivere.
Ho imparato che la morte arriva, e nei suoi occhi ha gote diafane di bambini colpevoli solo di essere nati, porta sacchi di spazzatura pronti a coprire corpi colpevoli di vivere, assiste a mitragliate in una notte senza stelle, guarda camion che distruggono persone rei di esistere. Ho imparato che la morte arriva senza pronunciare il suo nome: arriva invocata, implorata da uomini che nell’oscurità uccidono sorrisi abbozzati, uccidono la sommessa gioia di bambini che non hanno mai chiesto di nascere. E mi rendo conto che sono nati solo per morire. Li chiamano attentati, li rivendicano in nome di un Dio che non porta il mio nome. Continuano a dire “Restiamo umani”, ma ditemi cosa vuol dire?
Spiegatemi cosa vuol dire rimanere umani, quando nessuno lo è: se fossimo umani, ora, non saremo nelle nostre case a chiudere le finestre, ma scenderemo in piazza a urlare per difendere la vita, quella dei miei compagni, quella dei tanti ragazzi peccatori di essere nati in un mondo dove tutti dicono di essere umani e di nascosto, quando chiudiamo gli occhi, uccidono i nostri sorrisi.
Spiegatemi come si può far morire dei bimbi con il gas nervino?
Muoiono in preda ai brividi, per paura, per la mancanza di ossigeno, con la schiuma intorno alla bocca. Questi sono gli effetti delle sostanze di chi vuole restare umano. Io sono Andrea, un ragazzo di tredici anni e mi sento inutile, inutile perché l’umanità non finisce nelle piccole mani dei miei compagni siriani, ma finisce ogni volta che mia madre continua a cucinare la cena. Ma lei non ne ha colpa, noi tutti non abbiamo colpa, ci riteniamo tutti umani, e invece io mi sento già ucciso nella mia innocenza. Io non perdo sangue dal naso, non ho fitte al torace, non ho indebolimento della vista, restringimento delle pupille, eccessiva sudorazione, defecazione e minzione involontaria, contrazioni, convulsioni e barcollamenti, mal di testa, sonnolenza, interruzione del respiro e morte. Questo lo hanno vissuto ragazzi come me che non studiano il libro di Storia, ma scrivono la Storia. E la scrivono, purtroppo, con il loro sangue e la loro morte inflitta da persone che vogliono “Restare umani”. Io sono Andrea un ragazzo che tra poco farà la licenza di terza media, e vorrei parlare nel mio esame di una memoria che ogni giorno scompare. Per riapparire nelle mie giornate quando mia madre prepara la cena.
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FONTE: http://www.huffingtonpost.it/claudia-pepe/la-morte-arriva-mentre-mia-madre-prepara-la-cena/